J. Dewey, Arte come esperienza e altri scritti, La Nuova Italia, Firenze, 1995, pp. 43-122


Pubblicata nel 1934, Arte come esperienza costituisce uno dei maggiori contributi della cultura angloamericana all'estetica del Novecento. In essa Dewey non si limita a elaborare una filosofia dell'arte come disciplina specialistica, bensì fa emergere un nuovo paradigma per l'esperienza in generale individuato nell'artisticità. Ne discende una concezione contraria a ogni isolamento dell'arte, e anzi attenta a cogliere e vagliare criticamente le sue fitte relazioni, sia con le realtà psicologiche degli individui, sia con le realtà sociali e culturali che le alimentano. Talché Dewey mette nitidamente a fuoco i cruciali motivi di crisi della cultura contemporanea, delineando l'impalcatura di un'antropologia nutrita dai frutti delle rivoluzioni artistiche primo-novecentesche.
ISBN: 8822116453
ISBN 13: 9788822116451

F. Antinucci, Comunicare nel museo, Laterza, Roma-Bari, 2004


Il museo comunica poco e male: esporre fisicamente i pezzi non basta a raggiungere l'obiettivo, primario per l'esistenza stessa della struttura museale, di trasmettere cultura ai visitatori. Applicando la teoria della comunicazione a quei particolari segni che sono le opere d'arte, questo volume analizza sistematicamente il museo e denuncia come la sua struttura e organizzazione siano incompatibili con le esigenze di una comunicazione efficace. Occorre aprire il museo alle enormi potenzialità connesse ad un uso appropriato e intelligente delle nuove tecnologie e cominciare finalmente a esporre per comunicare. Il volume è accompagnato da un DVD video che mostra come si costruiscono efficaci apparati comunicativi.
ISBN: 8842072230
ISBN-13: 9788842072232
Pagine: XI-167

M. Baldacci, Una scuola a misura d'alunno, Utet, Torino, 2002



Oggi la scuola è chiamata a garantire una più alta qualità dell'istruzione e un più elevato standard degli apprendimenti. Come raggiungere questi traguardi? E' già stato ampiamente chiarito che la scelta della "selezione" come unico modo per difendere il prodotto scolastico è sbagliata in partenza, così come la fiducia nel nesso deterministico tra intelligenza e apprendimento.
La pedagogia e la didattica scolastica da una parte, la recente letteratura psicopedagogica dall'altra, hanno contribuito a rafforzare l'idea che soltanto una "scuola a misura d'alunno" può garantire a tutti gli studenti un adeguato standard di apprendimento.
Ed è proprio a partire da queste premesse teoriche che Massimo Baldacci si propone di tracciare la cornice paradigmatica di una scuola a misura di alunno, precisandone i fondamenti psicopedagogici e didattici, le metodologie e le pratiche didattiche.
In particolare, l'autore arriva a definire una vera e propria pista pedagogica in grado di dare un'impostazione corretta alla questione della qualità della formazione scolastica.
Nel volume vengono inoltre approfondite le potenzialità formative di una didattica personalizzata che coltivi i talenti personali di ciascun alunno, nella prospettiva di una cultura scolastica attenta alla vita e alla personalità di ogni studente.